Castello di Ardea

Progetto di Recupero e Restauro


Cenni Storici

 CENNI STORICI
  Il Castello di Ardea, situato sull'antica Acropoli, appartenne dapprima ai Colonna, che, nella persona di Marcantonio, lo vendettero insieme con Civitalavinia, a Giuliano Cesarini nel 1564. l Cesarini possedevano terre in questa zona già dal 1454. La famiglia Colonna aveva dei possedimenti tra i quali il Castello fin dal 1378 quando l'antipapa Clemente VII concesse in Enfiteusi il "Castrum Ardiae" a Giordano Orsini; Successivamente nel 1395 Giovanni di lacobello Orsini lasciava alla moglie Maria più cose tra cui i beni mobili nel Castello di Ardea.
  Bonifacio IX lo fece riscattare nel 28.1.1396 con una Bolla Papale.
  Innocenza VII ordinò nel1404 Giacomo de' Tedallini preposto alla Rocca; nel 1408 vennero intrapresi dei lavori di manutenzione grazie ad un prestito di 37 fiorini da parte di privati.
  In epoca successiva, Raimondo Orsini di Nola SI impadronì della Città, ma, l'allora Pontefice Martino V la fece occupare da Piergiovanni Palazzi, ponendola sotto la sua autorità.
  Quest'ultimo, mentre il Pontefice la sgravava dalle imposte comunali, concesse in affitto il Castello ed altre proprietà a Giordano Colonna il 14.5.1420. Questi l'anno Successivo ne rilevò la proprietà diventando "signore libero di Ardea" con l'atto del 27.3.1421. Lo stesso anno, il 14 maggio, gli abitanti gli prestarono giuramento di vassallaggio.
  La notte del 14.10.1436 Ludovico Colonna, reduce vittorioso dalla battaglia dell'Aquila contro Braccio da Montefeltro, venne assassinato dal cognato Giovanni Andrea Colonna da Riofreddo dentro il Castello; il movente dell 'omicidio potrebbe essere stato la mancata concessione della dote della sorella della vittima o anche una vendetta covata da anni dalla famiglia Orsini in seguito alla morte di Paolo Orsini nella battaglia di Foligno del 1416 per mano dello stesso Ludovico Colonna. Secondo un 'antica tradizione popolare il fantasma della vittima si aggirava dentro il Castello.
  Il 17.2.1432 il Castello e le proprietà annesse vennero vendute da Antonio Colonna, principe di Salerno, ai Colonna di Riofreddo. In seguito la proprietà, si frazionò attraverso diversi atti di successione fino all'8.1.1564 quando Marcantonio Colonna, rimasto unico proprietario della parte superiore e del Castello, lo vendette per la somma di 105,000 scudi a Giuliano Cesari n i (vedi atto e certificato allegati).
  Dal 1564 in poi il Castello é sempre appartenuto a Casa Cesarini (poi Sforza - Cesarini dal 17 49), la quale possedeva in questa zona una tenuta, che, ai principi di questo secolo si estendeva per 1768 ettari.
  Il Castello o Palazzo Sforza - Cesarini SI trova sul luogo dell 'antica Torre d'Ardia. Con il suo giardino fortificato costituiva la fortezza della Rocca, una piccola Cittadella dell'Acropoli ave trovavano rifugio gli abitanti di Ardea in caso di pericolo.
  Il Castello fu apparentemente ristrutturato dai Cesarini tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo, avvalendosi delle strutture preesistenti.
  Esso come si può desumere da una copiosa serie di quadri, stampe e fotografie fatti prima della distruzione del primo piano non si discostava molto architettonicamente da analoghi edifici della Campagna Romana (es. Rota, Castelgiuliano, Marino, Genzano, ecc).
  Della costruzione più antica, preesistente ai Cesarini non sappiamo praticamente nulla.
  Essa, probabilmente consisteva in origine in una cinta fortificata con torri di avvistamento fatte erigere dai Pontefici per contrastare le incursioni Saracene e per dare rifugio agli abitanti.
"Prima di salire l'Acropoli esaminando le mura esterne del Castello Sforza - Cesarini, si rimarca un baluardo angolare cinquecentesco che protegge il Palazzo Baronale, già Colonnese, piantato sulla rupe:
   Un cordone di peperino cinge la muraglia, sulla quale spicca uno stemma marmoreo Cesarini, che il Nibby scambiò col Colonnese ; .. Salendo l'Acropoli, si entra per un Arco corrispondente ad una antica porta, ma esso é del secolo Xl -Xli fatto con i massi tufacei del solito tipo: conserva l cardini della porta." (Tomassetti: "La Campagna Romana" vol. Il)
  La perdita del piano superiore del Castello Sforza-Cesarini risale agli anni susseguenti all'ultima guerra.
 Il Palazzo ricevette seri danni a causa di bombardamenti, che ne provocarono dei parziali crolli; ciò che rimaneva, parte venne giù da sola, complici le avversità atmosferiche, e parte fu abbattuta per esigenze di pubblica incolumità. Il resto dello spoglio avvenne a causa di atti di vandalismo e di furti di materiali riutilizzabili a fini ornamentali nell'edilizia, a cui tutt'ora non si é posto termine.
   L'aspetto esterno del Castello prima di quella data é tuttavia ben attestato da quadri e fotografie fatti in precedenza. Quanto alla disposizione delle sale interne esiste una mappa Catastale del 1939 fatta fare da Donna Maria Torlonia vedova Sforza - Cesarini (vedi mappa allegata).
   Da un documento del 1771, recante la sentenza e gli atti peritali di una controversia tra la famiglia Cesarini e la Comunità di Ardea, il Castello risulta proprietà libera ed assoluta di Casa Cesarini, sgravata da ogni vincolo e servigio (vedi sentenza e relazioni peritali allegate).
   All'interno di tale relazione, eseguita dall'Architetto Clemente Orlandi, vi é un disegno preciso recante una prospettiva a volo d'uccello del palazzo e del giardino che ben si accorda nelle forme e nelle dimensioni con gli altri documenti.